34 milioni le persone che, nel mondo, oscillano sull’orlo di un precipizio: The Map Report e Guerino Moffa spiegano i risvolti

I leaders del G7 si sono incontrati recentemente in Cornovaglia per un Summit che aveva molti argomenti importanti all’ordine del giorno, in un mondo quasi post-pandemia globale che deve fare i conti con un lascito pesante di disuguaglianze, squilibri sociali e finanziari e annullamento di molti progressi fatti negli anni recenti nell’ambito dello sviluppo. Il vertice ha anche accolto il Famine Prevention Compact, un documento che traccia con precisione gli ambiti di intervento per superare una crisi umanitaria senza precedenti dovuta alla tripla minaccia di conflitti, cambiamenti climatici e Covid-19

Guerino Moffa: Responsabile Sostenibilità e responsabilità sociale The Map Report e Ambassador Word Bank Progetto C4C

Sono, infatti, oltre 34 milioni le persone che, nel mondo, oscillano sull’orlo di un precipizio, quello della carestia, la cui sola parola dovrebbe suonare anacronistica alle nostre orecchie. E invece no. Le carestie sono minacce presenti, hanno il volto di bambini, uomini e donne che si spengono giorno dopo giorno, e la cui salvezza è un dovere morale, oltre che politico e umano. Il WFP può allontanare quel precipizio, prevenire morti per fame e salvare milioni di vite e mezzi di sostentamento. Per farlo, ha bisogno di finanziamenti e accesso. Nel Compact, i leaders del G7 hanno riaffermato il loro impegno a fornire 7 miliardi di dollari in vitale assistenza umanitaria e prendere azioni diplomatiche per promuovere l’accesso umanitario. Questi elementi del Compact sono i requisiti minimi che devono essere attivati immediatamente per salvare vite. A marzo, il WFP e la FAO hanno chiesto 5,5 miliardi di dollari per potenziare le operazioni ed evitare una carestia diffusa. A quel tempo, si trattava di circa il 40 per cento del nostro budget operativo annuale.

Madagascar. Photo: WFP/Tsiory Andriantsoarana

Purtroppo, carenze nei finanziamenti continuano a rallentare il nostro lavoro nell’evitare che la carestia colpisca in paesi come Yemen, Sud Sudan, Burkina Faso, Madagascar e, di recente, nella regione del Tigray in Etiopia. Solo per i prossimi sei mesi, il WFP ha bisogno di 4,5 miliardi di dollari; le conseguenze dell’inazione e della carenza di finanziamenti sarà misurata in termini di vite perdute e di stallo nei progressi verso obiettivi di sviluppo di lungo termine. Un prezzo troppo alto da pagare per milioni di persone

Taiz, Yemen. Photo: WFP/Annabel Symington

La nostra capacità di salvare vite umane dipende dall’accesso umanitario senza impedimenti e dall’avere rispettati gli impegni finanziari così da poter raggiungere con interventi potenziati chi ha maggiormente bisogno.
L’impegno a proteggere i più deboli e svantaggiati, evitando loro condizioni di fame inaccettabili ai nostri giorni, deve essere la nostra guida. Dei leader del G7, del G20, degli altri consessi internazionali, dell’uomo della strada, il nostro, il vostro.

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