Girati segretamente in sei stabilimenti dalla Lega anti vivisezione, mostrano animali che vivono in condizioni terribili. Ma il consorzio di Parma replica: nessuno dei nostri 145 produttori è coinvolto
LONDRA – Un’indagine sotto copertura condotta da gruppi animalisti italiani ha rivelato le condizioni “squallide, crudeli e illegali” in cui vengono tenuti i maiali in alcuni mega allevamenti in Lombardia. Si tratta, secondo gli autori dei filmati che certificano la situazione, di grandi fattorie in cui viene prodotto anche il famoso prosciutto di Parma, un salume di eccellenza, conosciuto e venduto in tutto il mondo.
Girati segretamente dalla Lega Anti Vivisezione (Lav), associazione italiana per i diritti degli animali, i video mostrano suini che soffrono lesioni e infezioni, che hanno disperato bisogno di cure veterinarie e in alcuni casi sono troppo deboli per muoversi; insufficienti sistemi di ventilazione e di acqua; strutture sporche e talvolta infestate dai topi; scrofe incinta senza accesso all’acqua; maiali costretti a restare in piedi nelle proprie feci e urine; animali a cui è stata tagliata illegalmente la coda; carcasse di porcellini e di feti abbandonati.
In tutti e sei gli stabilimenti oggetto dell’investigazione, i maiali sono confinati permanentemente al chiuso, in stalle sovraffollate, con pavimentazione di cemento o di legno. Interpellato dall’Independent, che pubblica online foto e film dell’inchiesta, Sean Glifford, portavoce di Compassion in World Farming, un’organizzazione per la protezione degli animali, commenta: “Le condizioni viste in questi allevamenti sono crudeli e in molti casi illecite. I maiali non sono trattati come esseri viventi, ma come macchine per la produzione di carne. Purtroppo questa terribile situazione è tipica della scioccante realtà per molte fattorie di maiali nell’Unione Europea”. L’Eurogroup for Animals, un’associazione animalista continentale, ha recentemente fatto appello alle autorità della Ue e ai singoli stati affinché rispettino le leggi sul welfare degli animali d’allevamento.
I filmati sono stati girati in fattorie di 10 mila maiali ciascuno nelle province di Brescia, Cremona e Mantova. Il Consorzio del prosciutto di Parma, dal canto suo, ribadisce che nessuno dei suoi 145 produttori associati è mai stato denunciato o condannato per maltrattamento di animali e invita gli autori delle riprese a rendere noti i nomi e a denunciare immediatamente gli allevamenti coinvolti.
Il Consorzio – si legge in una nota – condannerà sempre ogni violazione delle più elementari norme sul benessere animale che rappresentano un atto delinquenziale e intollerabile in una società civile. Allo stesso tempo, è bene rimarcare che il Consorzio ha il compito di vigilare sulla qualità del prodotto e sul rispetto delle norme tecniche presenti nel disciplinare di produzione della Dop, mentre il benessere animale è regolato da una normativa europea e italiana che vale in tutti i Paesi e per tutti i prodotti di origine animale. Tale normativa demanda i controlli al Ministero della Salute che li attua attraverso il Servizio Veterinario locale
e nazionale. In ogni caso – conclude la nota – ribadiamo che non possiamo neppure giustificare chi utilizza la nostra notorietà non tanto per migliorare la condizione degli animali, bensì al solo scopo di ottenere maggiore visibilità mediatica per i propri scoop