Ok, ma devi arrivarci già vestito, non toccare oggetti, non condividere attrezzi se non dopo che sono stati disinfettati, gettare subito in contenitori ben sigillati la carta usata per asciugarsi, non toccarsi mai il viso, peggio ancora se stai sudando, non appoggiare la felpa o il giacchino sulle panche durante gli esercizi, e una volta a casa lavare tutto separatamente dal resto della biancheria come se venissi direttamente da Chernobyl dopo l’esplosione del reattore.
Tutte disposizioni sacrosante, ma credo che molti continueranno a fare quello che hanno fatto in quarantena: allenarsi a casa, o in un parco visto che ora si può, tramite una app o la lezione online del proprio istruttore di fiducia. Per le app di fitness è un momento magico: secondo un report globale pubblicato qualche giorno fa, il lockdown ha fatto schizzare gli abbonamenti. Beachbody, una delle app più popolari, ha sfondato il tetto dei due milioni di abbonati e il 27 aprile una lezione online è stata seguita in diretta da oltre 31 mila persone contemporaneamente.
In realtà le app (qui ce ne sono otto fra le migliori, alcune davvero molto costose in realtà), coprono solo una parte del nuovo mercato aperto dalla quarantena. Ci sono tantissimi personal trainer che, usando soprattutto Zoom e Instagram, hanno inventato corsi online in streaming per fare allenare le persone in casa. E infine ci sono quelli che hanno fatto tutto da soli, inventandosi attrezzi fra sedie e porte a volte con risultati comici, come testimoniano alcuni video che girano sui social. Certo, era una situazione eccezionale, certo la quarantena forse è alle nostre spalle e abbiamo voglia di uscire di casa. Ma questi tre mesi di sport a domicilio dimostrano che possiamo fare sport ovunque e comunque, che per fare squat, flessioni e addominali – la base insomma – basta la volontà, e che le palestre dovranno offrire qualcosa di più per attrarre chi si è abituato a fare ginnastica con una app o con Zoom senza tanti divieti.